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martedì 2 ottobre 2012

VIA SAN FRANCESCO


Via San Francesco è quella strada che da Via VIII febbraio 1848 (il Liston) arriva fino a Porta Pontecorvo. 

Si tratta di una strada dall'aria e dalla storia aristocratica se si pensa che la vocazione commerciale della città è presente un po' in tutte le strade eccetto alcune come via S. Francesco in cui sono presenti pochi negozi e botteghe. Percorrendo questa strada troverete infatti librerie (in primis la Feltrinelli), botteghe di stampe, libri antichi, filatelia e numismatica, antoquariato, qualche bottega artigiana come un calzolaio, le legatorie e fotocopisteria a servizio degli studenti delle vicine facoltà e ovviamente qualche bar



Da "Le strade di Padova" di Toffanin riporto: "Una delle principali strade, peri suoi palazzi, per il complesso di S. Francesco Grande dei padri Osservanti. Prendeva appunto il nome di contrada Portici Alti per la loro continuità ed ampiezza (soprattutto sul lato destro), e poi contrada Soccorso, avendovi nel 1576 il card. Federico Cornaro aperto un educandato, "Il soccorso delle verginelle"".


L'ala sud del Palazzo del Bò occupa il trecentesco palazzo Capodivacca. Nel Settecento, al piano superiore, nella sala Battagia si svolgevano feste e intrattenimenti serali. Una volta attraversata la riviera con sotto il Ponte S. Lorenzo, ponte romano visibile sotto la sede stradale grazie ad una vetrata recentemente installata


Superata la Feltrinelli si trova sulla sinistra il Palazzo Romanin Jacur di impianto trecentesco ma completamente rifatto nell'800. Denominato la "Cà d'Oro" ricorda, infatti, gli edifici veneziani. Non ha nessun fondamento storico invece, la romantica epigrafe che afferma che qui avrebbe dimorato Dante nel 1306, pur rimanendo indiscussa la sua presenza a Padova.


Di fronte piazza Antenore con l'arca che secondo la leggenda custodisce le spoglie del mitico fondatore (leggi "Antenore, il mitico fondatore"). Proseguendo sulla sinistra il prestigioso palazzo Zabarella (foto a sinistra) ora sede di mostre d'arte organizzate dalla fondazione Bano-Palazzo Zabarella (da ottobre a febbraio l'attesa mostra "Da Canova a Modigllani.Il Volto dell'800") è facilmente riconoscibile per la sua torre e poi il bellissimo palazzo Papafava su quattro arcate ora sede dell'Enel. Prima del Palazzo Papafava, all'angolo con vicolo Santa Margherita scorgiamo, sul sito di un precedente monastero appartenente ad un ordine femminile veneziano, l'Oratorio di S.Margherita, eretto nel 1748, testimone di un precoce neoclassicismo dato dalla sua sobria eleganza e dalla facciata in pietra d'Istria. La prima parte dei portici sulla destra appartenenvano all'Ospedale vecchio (fondato nel 1414 e funzionante sino al 1798) e la seconda parte della Chiesa. La prima parte è da anni chiusa per continui lavori di restauro dell'ospedale vecchio laddove dovrebbe trovare posto il Museo dei Storia della Medicina e della Salute (vedi il sito del museo virtuale Musme). Presso la Chiesa S. Francesco erano visibili affreschi esterni dello Squarcione, oggi scomparsi. Di fronte, presso la Scuola di Carità, sede della Confraternita che si prendeva cura della gestione economica dell'Ospedale, c'è un ciclo d'affreschi di Dario Varotari. Oltre la chiesa, i palazzi Lazara-Giusti, Orsato, Massimo (dove c'è la sede del'ong Medici con l'Africa-Cuamm), Santuliana.



Nel palazzo Giusti dalla fine del 1943 al 1945 ebbe sede la temibile "banda carità", banda paramilitare fascista che imperversò a Padova imprigionando e torturando partigiani e patrioti (vedi targa a destra con la "Canzone della nave" composta da Egidio meneghetti e dai suoi compagni di cella della "nave" di questo palazzo). Oggi sede della Società del Casino Pedrocchi, un'associazione privata, centro di cultura, di lettura e di memorie storiche. Proseguendo Palazzo Bonmartini, ora caserma della Guardia di Finanza, "famoso" per la clamorosa vicenda giudiziaria del secolo che seguì all'assassinio del conte Francesco Bonmartini.


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